Il fallimento dell’attuale classe dirigente è conseguenza diretta del trionfo dell’antipolitica che ha portato alla guida del paese personaggi incapaci, incompetenti ed inadeguati.
Noi epistocratici, al contrario, proprio come affermato nella “Gaudium et spes”, sosteniamo che la politica sia “un’arte nobile e difficile” e proprio per questo non possa essere interpretata da ignoranti ciarlatani bensì da persone serie e preparate.
Riportiamo qui, al riguardo, una analisi della politologa Francesca Marino della “Fondazione Luigi Einaudi” che condividiamo pienamente:
“La responsabilità in politica significa prima di tutto saper far bene il proprio mestiere, nella fattispecie avere qualità come la facoltà di sintesi, la visione d’insieme delle cose, la capacità di mediare fra gli interessi privati e quello generale, la virtù di essere convincenti, la costanza di realizzare gli obiettivi che ci si è prefissi non appiattendo la propria azione sul consenso immediato.”
Oggi purtroppo in Italia è proprio questo che manca: la qualità della classe politica è alquanto bassa, ed è questo che la rende irresponsabile…
Ciò che è venuto meno, negli ultimi tempi, è il meccanismo di formazione e selezione della classe politica.
Il politico di un tempo era responsabile perché aveva fatto una gavetta e si era formato attraverso una preparazione che non era volta alla conoscenza specifica degli argomenti, ma direttamente al saper fare politica.
Questa nobile arte, infatti, non può essere improvvisata, né è da tutti perché non tutti ne hanno, come direbbe Max Weber, il Beruf, cioè la vocazione/missione.
Essa non può essere fatta da dilettanti, né appiattirsi sulla mera amministrazione come pretendevano le ideologie novecentesche (per Lenin nel comunismo realizzato anche una casalinga sarà in grado di governare) o come pretendono oggi i grillini (col loro astratto ideale democratico per cui “uno vale uno”, indipendentemente dai propri meriti e capacità)
Il discorso sulla responsabilità in politica o del politico richiama quindi quello della formazione politica. È questa, un tempo esercitata dai partiti e dalle loro scuole, o dalle fondazioni di cultura politica, che oggi manca. Ed è da qui, ad avviso di chi scrive, che occorre ripartire per provare a selezionare una classe politica e dirigente responsabile, cioè degna del proprio nome.”