di Giuseppe Bellissimo – Vagano spesso tra le aule in cerca dell’insegnate di turno, chiedono spiegazioni, discutono con essi, non hanno competenze nell’insegnamento. 

Un indizio: non sono gli alunni.

La Costituzione assegna alla famiglia e alla scuola la responsabilità di educare e di istruire i giovani. Dagli albori della Repubblica, pertanto, i genitori e gli insegnanti hanno rivestito un ruolo di grande rilevanza nello sviluppo dei giovani. Le interpretazioni del dettato costituzionale hanno via via sempre più sviluppato il rapporto di interazione tra scuola e genitori. Tale rapporto si è sempre tenuto in maniera discreta, rispettoso dei ruoli ed ha favorito nel corso del tempo programmi educativi e crescita dei ragazzi. 

Ma è ancora cosi?

In occasione di una conferenza sul tema il Capo della Polizia, Dott. Vittorio Pisani, nel corso dell’ultimo anno si sono verificate “all’interno delle scuole medie superiori ci sono stati 133 casi di aggressione fisica denunciati, con gli insegnanti che sono andati in ospedale a farsi refertare. Questi 133 casi non rappresentano solo il numero totale, possiamo solo immaginare gli altri casi di aggressione che i docenti non hanno ritenuto di denunciare o non sono andati in ospedale a farsi refertare. Ben 70 di questi episodi sono stati commessi da studenti, ma è ancora più grave che l’altro numero dei casi sia stato commesso da genitori” (fonte Ansa). Questi dati sono rapportati ad un numero di istituti scolastici pari a 8200. 

Delle 133 aggressioni la metà sono imputabili ai genitori, avete capito bene, ai genitori. Evidentemente persone che non hanno capito bene il ruolo che gli spetta, evidentemente non hanno capito bene che non hanno fatto altro che condannare i propri ragazzi ai un’esistenza difficile, ingiusta e penalizzata dal punto di vista educativo. 

A questi casi di estrema gravità possiamo aggiungere i gruppi whatapp dei genitori, cloache di sproloqui decontestualizzati e molto spesso sgrammaticati, che non fanno altro che far comprendere al mondo il fenomeno drammatico che sta a monte. 

Quindi che fare? 

 C’è chi proporne progetti di integrazione, consigli scolastici, rappresentanti di classe sempre più attivi e attenti. C’è chi propone (sembrano davvero scemi) dei vigilantes nelle scuole “a rischio” per evitare e sopire le aggressioni. C’è chi propone formazione, piani di recupero. 

Nulla di tutto ciò migliorerà il problema e soprattutto nulla di tutto ciò migliorerà l’educazione dei futuri cittadini italiani o valorizzerà il ruolo fondamentale che gli insegnanti hanno nella società. 

La soluzione è: vietare ai genitori di accedere alle scuole se non espressamente convocati da preside e insegnanti.

Il nostro partito sarà impegnato in questa battaglia.

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